La ragazza che giocava con il fuoco di Daniel Alfredson

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la-ragazza-che-giocava-con-il-fuocoÈ passato un anno da quando Lisbeth ha salvato la vita al direttore della rivista Millennium, Mikael Blomqvist, sparendo poi nel nulla. Nessuno sa nulla, nessuno riesce a trovarla.

La grande fumatrice hacker, si è presa una vacanza in giro per il mondo, fino a stabilirsi, per un certo periodo, ai Caraibi. Intanto, a Stoccolma, la rivista Millennium sta per pubblicare un altro scoop eclatante sul trafficking, sul mercato del sesso, su ragazze che arrivano in Svezia, dalla Russia, illegalmente, diventando oggetto, poi, di rumors. I due giornalisti, autori di quest’inchiesta, vengono trovati assassinati e a scoprire i loro corpi è Blomqvist.

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Il giornalista si ritrova, così, coinvolto. Sull’arma del delitto vengono rilevate le impronte di Lisbeth, sulla quale viene emanato, all’istante, un mandato di cattura: la ragazza viene messa nel mirino degli accusati e definita socialmente pericolosa. Uno dei primi a credere nella sua innocenza è Blomkqvist, il quale cerca di arrivare a lei prima della polizia. Lisbeth, rientrata a Stoccolma, viene sorpresa dalle foto segnaletiche in tv e sui giornali: ora, a farle compagnia, è la notizia di essere una ricercata, accusata per un duplice e, poi, triplice omicidio.

Vengono, così, avviate tre indagini parallele: la prima viene fatta da Lisbeth, per capire chi voglia incastrarla, la seconda viene fatta da Blomqvist, per scagionare Lisbeth e trovare i colpevoli dell’omicidio dei suoi amici, la terza, ed ultima, viene fatta dalla polizia che, come sempre, arriva in ritardo.

Nel corso delle indagini, emergono eventi drammatici e dolorosi della vita di Lisbeth, riguardanti la sua infanzia e gli anni trascrorsi internata in una clinica psichiatrica.

Lisbeth non è solo un’indagata particolarmente sfortunata, ma una donna che si è messa contro il potere già da ragazzina. Un’outsider anarchica a cui la vita ha insegnato a non fidarsi di nessuno, a diventare monade con ampie nozioni di pugilato. L’unica persona in grado di comprenderla è Blomqvist, che si schiera sempre dalla parte di chi subisce violenza dai potenti ed è a favore del gentil sesso.

Questo secondo ed atteso episodio fa un passo indietro rispetto al primo che già privava il romanzo della denuncia sociale: si attesta su un thriller medio con due protagonisti sui generis.

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