Presentato a Roma il primo film di Gabriele Mainetti dal titolo “Lo chiamavano Jeeg Robot”, storia di un ladro di borgata che diventa un supereroe dopo essere caduto in un bidone con all’interno materiale radioattivo. Il film parla di Enzo Ceccotti, interpretato da Claudio Santamaria, il quale vive nel difficile quartiere di Tor Bella Monaca nella periferia romana, dove sopravvive grazie a piccoli furti e scippi.
La sua vita scorre tra l’anonimato più assoluto fin quando un giorno per sfuggire alla polizia che lo insegue cade nel Tevere arrestando la sua caduta in un bidone di rifiuti radioattivi. Da questo momento la sua esistenza cambia, infatti, Enzo scopre di aver acquisito dei superpoteri utili per trasformarsi da criminale comune a supercriminale.
Un nuovo stravolgimento si avrà quando il nostro supereroe incontrerà Alessia, ragazza con gravi problemi psichici, che passa le sue giornate a guardare puntate del cartone animato giapponese, tanto da convincersi che Enzo sia proprio il vero Jeeg Robot.
Da qui in avanti inizieranno una serie di eventi che si concluderanno con uno scontro finale all’interno dello Stadio Olimpico tra il supereroe ed un bandito con gli occhi da pazzo, il quale scoperta la natura della forza di Jeeg Robot vuole sconfiggerlo per diventare il più forte uomo di tutti i tempi. La bellezza di questo film risiede nel fatto che si cala alla perfezione nella realtà in cui è ambientato, inoltre è allo stesso tempo ironico e cinico eliminando quella patina di buonismo tipica dei supereroi americani.