“Bella e perduta” è un film che racconta dell’Italia, in particolare di quella meridionale. Pietro Marcello è il regista dell’unico film in concorso al festival di Locarno. In una intervista il regista ha raccontato di come è nata questa fantastica e realissima storia. L’obiettivo del regista era quello di raccontare una storia che lo aveva affascinato, quella di un libro “Viaggio in Italia” di Guido Piovene. Al momento delle riprese nella Reggia di Caserta si è imbattuto nel pastore Tommaso Cestrone, l’angelo Carditello, che per anni si è preso cura della palazzina abbandonata dato l’inerzia di tutte le istituzioni.
La storia di questo uomo ha lasciato un segno nell’immaginario del regista, tanto che alla morte del pastore ha deciso di cambiare l’oggetto del suo film e dare una sorta di continuità alla storia del pastore, incontrato per caso. “Bella e perduta” racconta del viaggio di Pulcinella che ha il compito di esaudire le ultime volontà di Tommaso ossia quella di mettere in salvo un bufalo dal probabile macello il cui nome è Sarchiapone, ma ciò non basta.
Il film è corredato dalle varie sfaccettature della vita meridionale, quel meridione dei giorni nostri in cui il messaggio che balza agli occhi di tutto è quello delle discariche, della camorra. Sarchiapone il bufalo parlante sarà il protagonista che si troverà ad un certo punto della sua vita ad essere utile a poco, dato la sua età, data la sua incapacità di essere più utile a qualcosa, ma avrà la capacità di parlare con la voce di Elio Germano e di raccontare della sua vita.
“Bella e perduta” è un’opera che senz’altro sottolinea il vecchio cliché meridionale, che pone l’accento sulle fatidiche differenze fra nord e sud, che impone allo spettatore di sostenere le marcate differenze che da anni si sottolineano. Sarà proprio così o il regista ha deciso di regalarci qualche sorpresa? Non ci resta che scoprirlo e andare al cinema il 19 Novembre.