La Roma criminale di Suburra

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Lo scorso weekend è uscito Suburra, il nuovo film di Stefano Sollima tratto dal romanzo di i Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, il quale ritrae la Roma del malaffare nella settimana antecedente la caduta dell’ultimo governo Berlusconi.

All’interno di Suburra si intrecciano più storie che coinvolgono personaggi delle istituzioni, della chiesa e della malavita tutti uniti da un grande unico progetto, quello di trasformare il litorale romano in una sorta di Las Vegas all’italiana. I personaggi di Suburra sono tutti negativi e lo spaccato che ne esce fuori non è certo confortante, infatti, il film presenta Roma come una città piegata su se stessa e soffocata dalla malavita che si intreccia con il mondo istituzionale e religioso, in una spirale crescente di violenza che non risparmierà nessuno.

La Roma di Suburra non si distanzia molto da quella attuale, ma in questo scenario infernale colpisce oltre la maestria della regia, anche l’utilizzo della fotografia che fa apparire ancora più cupa la Capitale mostrandone il suo lato peggiore ed oscuro. Il ritmo di Suburra è molto serrato, tant’è che alcuni passaggi possono apparire poco chiari e slegati dalla storia, ma in realtà, l’opera di Sollima, ha come obiettivo principale quello di proiettare lo spettatore in una giungla nera dove lo spazio per far passare la luce è davvero esiguo.

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