La grande, grandissima Anna Marchesini pubblica il suo nuovo romanzo, il secondo il cui titolo è “Di mercoledì” dove racconta la storia di tre donne le cui vite finiranno per essere intrecciate. L’attrice di Orvieto si è raccontata su Vanity Fair parlando di televisione di oggi e del dolore.
Il suo grande successo, prima di diventare teatrale, nasce proprio dal piccolo schermo grazie al magico Trio, creato insieme a Tullio Solenghi e Massimo Lopez, ma riconosce che oggi sia impossibile considerare l’ambiente televisivo come un luogo di spettacolo.
“Si è trasformata in un modo irreversibile: chi la guarda la fa, dunque non ha più bisogno di attori, e forse neanche di conduttori. In scena la gente comune, ora la Tv è molto legata all’apparire, all’attualità, al chiacchiericcio e l’intrattenimento è molto datato, è comicità di ritorno: le battute vengono dal passato, da Walter Chiari in poi. E questo vale sia per gli uomini che per le donne, anzi, soprattutto per le donne”.
Parlando invece di felicità e di dolore, l’attrice classe 1953 racconta: “La felicità non è mai una sola, ci sono tanti modi per essere felici. E poi sì, penso che sia sopravvalutata e mitizzata, che non sia un elemento essenziale della vita, che ci siano delle cose vicine all’idea di felicità, più che appaganti. Io non ho mai avuto il mito del principe azzurro, del successo, del primo figlio. Al contrario, forse sopravvaluto il dolore perché lo ritengo un elemento di conoscenza e ne avverto l’attrazione oscura: avvicina così tanto al senso dell’immenso. Quando ti senti talmente esclusa, transfuga, straniera nel mondo, alla periferia dell’esistenza. Quando il quotidiano ti è indifferente, si aprono spazi affascinanti e pericolosissimi”.
Alessandra Battistini