Un lungo elenco di capolavori, un grande patrimonio culturale ed artistico è quello che lascia Mario Monicelli, uno dei grandi maestri del cinema italiano, morto ieri sera a Roma. Il regista novantacinquenne era ricoverato presso l’ospedale “San Giovanni” di Roma a causa di un tumore alla prostata che lo stava consumando; intorno alle ore 21, dopo la terapia, ha deciso di porre fine alla sua vita lanciandosi dalla finestra della sua stanza nel reparto di urologia al quinto piano. Immediato è stato il cordoglio dei colleghi e degli estimatori, commossi e colpiti dal gesto del cineasta che a sua volta aveva vissuto il suicidio di suo padre nel 1946.
Classe 1915, Mario Monicelli aveva iniziato la sua attività di regista sin dal 1935, ma fu negli anni cinquanta che realizzo le sue prime celebri opere e diede vita a importanti collaborazioni con grandi artisti; tra i suoi film più celebri ricordiamo “Guardie e Ladri” con Totò, “La Grande Guerra” con Alberto Sordi e Vittorio Gassman con cui vinse il Leone d’Oro di Venezia, “L’Armata Brancaleone” con cui ottenne un gigantesco successo popolare segnando un’intera generazione, passando per “Il Marchese Del Grillo” e “Un Borghese piccolo piccolo” resi celebri dalle memorabili interpretazioni di Alberto Sordi, fino al 2006 quando all’età di 91 anni aveva deciso di ritirarsi dall’attività di regista dopo un ultimo film, il poetico “Le Rose del Deserto” nel quale aveva recitato Michele Placido.
Nonostante per tutta la sua lunga e proficua carriera abbia raccontato mille storie dell’Italia e degli italiani, Mario Monicelli era un uomo di poche parole e senza dire nulla, senza lasciare alcun messaggio di addio a parenti o amici ha deciso di andarsene facendo si che sia il patrimonio della sua straordinaria arte a parlare per lui.